MAMMOGRAFIA E DOSE TIROIDE

 

 

In una recente trasmissione televisiva è stata messa in discussione l'utilità della mammografia nella prevenzione del tumore mammario e il rischio per la tiroide di sviluppare patologie, secondo quanto riportato, anche tumorali.

In realtà si tratta di una vera e propria "fake-news" come si usa dire oggi, cioè una assurda baggianata non sostenuta da nessun dato scientifico.

Purtroppo sempre più spesso viene dato spazio a personaggi che propagandano per vere notizie prive di qualsiasi fondamento.

In tal senso riportiamo i dati e le notizie scientifiche che la responsabile degli impianti radiologici della LILT ha stilato onde fugare qualsiasi inutile e dannosa preoccupazione.

 

                                                                                   Dr. Claudio Barbonetti

                                                                                Presidente LILT Sez. Sondrio

                                                                   Specialista in radiologia/Radioterapia Oncologica

 

 

In generale qualunque esame radiologico espone il paziente al rischio, su base statistica, di possibili danni futuri, quali effetti neoplastici che potrebbero insorgere anche dopo vari anni di latenza.

La probabilità e l’entità del danno dipendono da molti fattori, quali la quantità di dose ricevuta, il tipo di tessuto vivente irradiato e lo stato di accrescimento delle cellule.

Per quanto riguarda la possibile correlazione tra esame mammografico e probabilità di insorgenza di un tumore alla tiroide, si deve osservare innanzitutto che nella mammografia la tiroide non è direttamente esposta al fascio diretto di radiazione, ma è semmai interessata solo dalla radiazione diffusa dalla stessa ghiandola mammaria.

Diversi lavori scientifici hanno stabilito che un esame di mammografia bilaterale comporta una dose alla tiroide pari mediamente a 0.2 millisievert (mSv): se confrontiamo questo valore con la radiazione naturale, che in Italia equivale a circa 3.0 mSv in un anno, possiamo stimare che la tiroide riceva una dose di radiazione paragonabile a circa 3 settimane di fondo naturale, o, ancora,  a 2 giorni di volo su un aereo di linea.

Per questo scienziati e ricercatori concordano nello stabilire che il rischio effettivo di insorgenza di effetti a lungo termine per la tiroide associato alla mammografia sia del tutto trascurabile.

Per contro, il ricorso all’uso di un collare paratiroide di protezione durante l’esecuzione di una mammografia risulterebbe addirittura controproducente, in quanto la presenza del collare potrebbe comportare la formazione di ombre o artefatti sulla immagine e ciò renderebbe necessaria la ripetizione dell’esame , con un ulteriore irraggiamento della tiroide, della mammella e degli organi vicini.

  Ricordiamo che presso il nostro Ambulatorio gli esami radiologici sono eseguiti nel pieno e rigoroso rispetto della normativa specifica di radioprotezione; in particolare, l’attrezzatura radiologica è periodicamente sottoposta a test e prove di buon funzionamento da parte della Casa Costruttrice e di un professionista laureato in fisica medica; l’esame mammografico è eseguito da personale tecnico sanitario di radiologia medica  che possiede la formazione, le cognizioni e l’aggiornamento periodico in materia necessari per uno svolgimento ottimale dello stesso.

 

Riferimenti bibliografici:

-       American  Journal  of  Roentgenology  (AJR  2102;  198:705707),  Sechopoulos e Hendrick.

-       American Journal of Roengenology (AJR 2016) “Scatter Radiation Dose From Digital Screening Mammography Measured in a Representative Patient Population”, A. Chetlen, K. Brown, S. King, C. Kasales.

 

-       Gisella Gennaro  Istituto Oncologico Veneto (IRCCS)  Via Gattamelata 64, 35128 Padova.

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Commenti: 1
  • #1

    Marisa (martedì, 20 marzo 2018 12:44)

    Dottor barbonetti tu sei un seri oprofessionista e di te si fidano migliaia di persone x cui io sono tranquilla delle tue parole e credo anche gli altri tuoi pazienti. Un abbraccio!!!!!!!